INTRODUZIONE
Il romanzo di Maria Cirillo è una pièce letteraria di straordinaria intensità ed ineffabile bellezza.
Esso, infatti, ruota attorno ad una peculiarità del territorio calabrese – che ne forma il contesto di ambientamento – mai descritto prima d'ora.
Le pietre accastellate che fanno da sfondo e danno il titolo all'opera sono i Megaliti di Nardodipace, piccolo centro situato nelle Serre della provincia di Vibo Valentia.
Tali strutture sono blocchi di granito del peso stimato di oltre duecento tonnellate, probabilmente appartenuti ad un'antica civiltà, databile tra l'età del bronzo e quella del ferro, e costituenti, vista l'altitudine del sito, un luogo di aggregazione sociale a fini specifici.
Una ricerca condotta dal professor Alessandro Guerricchio dell'Università della Calabria ha consentito di acclarare che gli ammassi granitici in questione mostrano forme geometriche derivanti da lavorazioni con utensili certamente più duri della già dura e compatta roccia granitica, essendo perdipiù taluni arricchiti dalla presenza di alcuni pittogrammi.
Particolarmente suggestivo è un blocco su cui è impressa una vaga forma di sole a sette raggi, presumibilmente indicativa del solstizio di estate, allorché le popolazioni potevano riprendere il mare per l'inizio della stagione climaticamente e meteorologicamente più propizia.
Secondo l'archeologo Henry Chapman dell'Università di Birmingham, il sito megalitico di Stonehenge era destinato all'osservazione del sole, in quanto le grandi pietre ivi disposte servivano ad accompagnare tra l'alba e il tramonto nel giorno del solstizio d'estate il corso del sole stesso nel cielo.
Probabilmente, allora, i megaliti avevano dovunque la stessa funzione: erano strumenti di raffigurazione, identificazione ed interpretazione di simboli, la cui fruizione restava riservata a pochi privilegiati.
Luoghi di esercizio di pratiche esoteriche, pertanto.
Del resto, anche Guénon sembrava riconoscere, almeno in alcuni megaliti, un significato sacro.
Dunque, uno scenario nuovo per una Calabria, diversamente tratteggiata da una penna acuta e raffinata, ove personaggi diversi intrecciano le proprie vite e combinano quasi alchemicamente i propri caratteri.
Al lettore, giustamente curioso di tuffarsi nelle pagine del romanzo di Maria Cirillo, la gioia del gusto della lettura delle vicende narrate.
Mario Tocci