.
RELAZIONE INTRODUTTIVA
AMBIENTE E SOCIETA
I - PREMESSA La città di Fabrizia è priva di quell'indispensabile struttura associativa che in quasi tutte le realtà territoriali italiane funge da reale supporto e volano per le attività locali che fanno crescere armonicamente la comunità stanziata: la PRO-LOCO.
Si ritiene che tale carenza si ripercuota negativamente sul cammino verso la conoscenza e lo sviluppo delle potenzialità sociali, che sono veramente numerose e, comunque peculiari e non rinunciabili in termini culturali, sociali ed economici. La mancanza è avvertita e sofferta perché fa rilevare che vi sia stata una evidente e colpevole disattenzione verso bisogni primari della comunità, quali quelli dell'identità e della valorizzazione delle specificità.
Il gruppo che in questa occasione si è formato quale organismo costituente, da atto di aver preso coscienza di tale stato di fatto e, con decisa impronta sociale strutturata sul volontariato, intraprende la strada della costituzione dell'associazione PRO-LOCO Fabrizia. L'intrapresa di tale percorso discende dalla convinzione che una realtà locale che abbia l'ambizione di essere al passo coi tempi e con i bisogni, deve essere attrezzata e radicata nella realtà per sprigionare e coltivare potenzialità, capacità di crescita, di analisi e conseguente progettualità, vertente su bisogni vecchi e nuovi e sull'approntamento di strategie idonee a lasciarsi dietro il minor numero di problemi irrisolti. D'altro canto, occorre preventivare il fatto che progettazioni con siffatte finalità, soddisfano bisogni comuni di tutta la popolazione, nella sua precipua forma di costituzione socio-politica sul territorio, scaturente dalla sua identità che, normalmente, ne caratterizza le attività. Conseguenza naturale, è la previsione che ciò che si andrà a proporre ed a realizzare, dovrà essere considerato parte di un percorso della società fabriziese e degli organismi politici operanti in tale ambito. Per tale motivo si ritiene di ambire alla costituzione di un'Associazione Turistica Pro-Loco che si ponga l'obiettivo della promozione turistica e che sia insieme idonea a svolgere attività di socialità, di cui la popolazione, soprattutto giovanile, sente forte necessità.
A tale scopo, nonché ai fini dell'iscrizione dell'Associazione all'Albo Regionale delle associazioni Pro-Loco istituito ai sensi della L.R. n.13/1985, con la presente, si intende evidenziare l'idoneità del territorio ad essere valorizzato dal punto di vista turistico. Ricorrono, infatti le condizioni previste dalla lettera a) dell'art.2 della Legge Regionale della Calabria 7 marzo 1995, N. 5, sia perché trattasi di Comune ricadente in ambito turistico, sia perché la località possiede le caratteristiche storiche, artistiche, archeologiche, folkloristiche, paesaggistiche e di artigianato tipico, che si prestano ad essere riproposte ed attendono di essere valorizzate.
.
II - UN TESSUTO SOCIALE DA SCOPRIRE
Una prima sommaria indagine sulla realtà del tessuto sociale, ha evidenziato l'assenza di strutture sociali e/o socio-economiche di tutela e valorizzazione di attività vecchie e nuove, tradizioni perdute e mestieri in via di estinzione, nei vari campi, dal culturale all'economico, dal turistico allo sportivo, dalla tradizione alla crescita sociale possibile se tenuto presente un programma di sviluppo sostenibile.
Tra ieri ed oggi.
Quanto al recente passato,occorre ricordare che da decenni sono scomparse dalla società fabriziese strutture sociali che pure hanno avuto una discreta importanza per qualche tempo, quali il Centro di Aggregazione Sociale Dott.Stefano Franzè, sostenuto dalla Regione Calabria per un certo periodo a cavallo tra gli anni '80-'90, la Biblioteca comunale anch'essa, per qualche tempo, beneficiaria di finanziamenti regionali.
Per quanto concerne società e tradizioni che affondano le radici nel passato più remoto, è da sottolineare l'attuale assenza di interesse organizzato circa le possibilità di affermare e dare corpo alla memoria, aprendo ed affermando uno squarcio di vissuto della nostra popolazione, abituata alle fatiche ed agli stenti per la povertà tipica dei territori di alta montagna. Siamo convinti, però, che esistono le condizioni per dimostrare il significativo rilievo che possono assumere, e che hanno assunto nel passato, le speciali risorse naturali, agricole e della pastorizia.
Prendendo le mosse dalla povertà dell'economia, prettamente agricola e pastorale, si deve evidenziare la laboriosità della popolazione dimostrata nel secolo scorso, che ha visto fiorire attività collaterali di pregio. Ad esempio, quelle legate alla lavorazione dei filati. In questo contesto sono da ricordare i Battendieri, che, per il tipo di lavoro che svolgevano, si trovavano naturalmente a vivere sulle sponde della fiumara dell'Allaro, a valle della zona est dell'abitato. Questa aveva (ed ha tuttora), una elevata portata d'acqua, per cui, ciclicamente, a causa di piene stagionali eccezionali, straripava e con furia sconvolgente travolgeva quanto con fatica veniva costruito, seminato, coltivato intorno, non risparmiando, a volte, la vita stessa di famiglie e gruppi stanziati nei pressi dei suoi argini. Tutto, poi, doveva ricominciare daccapo, costo la sopravvivenza stessa. L'attività dei battitori e pulitori di fibre era instancabile e continua, svolta proprio sul fiume. Lavoravano rendendo duttili lane e fibre grezze che erano le materie prime di filati di pregio. Si ricordino le filatrici e le numerose tessitrici, che erano la tipica espressione della laboriosità femminile prunarese . Queste attività hanno costituito il tessuto sociale tipico ed hanno contribuito ad elevare l'economia in quanto i manufatti venivano realizzati non solo per il soddisfacimento dei bisogni dei prunaresi, ma venivano anche apprezzati dai paesi vicini specie della vicina marina , con la quale avvenivano di preferenza gli scambi. Le attività artigianali di tessitura avevano dell'artistico; il paziente lavoro delle nostre donne veniva, comunque premiato dall'apprezzamento che ne ricavava e dalla conseguente possibilità di elevare il livello economico e di integrare quella fragile economia che, abbiamo detto, era prettamente agricola e povera. Infatti, l'impegno e l'ingegnosità, che certamente non difettavano nella popolazione tutta, non escluse le donne, hanno costituito l'altra faccia dell'economia prunarese: dopo le più semplici attività di filatura le donne hanno ben arrotondato il reddito delle famiglie imparando e diffondendo l'arte della tessitura. Si realizzavano coperte, forzate , sacconi , asciugamani, tovaglie, stuvajocchi ; tessuti di orbace e di ginestra, che servivano per vari usi. In particolare, di orbace erano i vestiti dei nostri contadini. I vestiti di arbasu erano ottimi per ripararsi dai lunghi inverni che gli uomini dovevano affrontare spesso all'addiaccio, tra i monti da Pecoraro a Crocco ed a volte per viaggi più lunghi, verso altri paesi per scambiare merci e vettovaglie. Questi abiti risultavano abbastanza isolanti, e consentivano libertà di movimento in quanto da soli, erano sufficienti, per gente abituata a povertà e fatiche, a riparare dal freddo. Si ricordino, inoltre, i siggettari, che erano degli artigiani che impagliavano le sedie; i fabbri ferrai, che costruivano gli attrezzi agricoli (zappe, forconi, vanghe, asce, ecc.), che sapientemente ferravano asini e muli. Non mancavano neanche piccole industrie, come quella delle carcare , che producevano breste, mattoni e tegole.
Un cenno a parte merita il mestiere del mulinaro (mugnaio). Occorre evidenziare che da qualche tempo, si stanno svolgendo studi interessati alla emersione di un sito di archeologia industriale nella valle dei Molini, nelle immediate vicinanze dell'abitato, lato sud-ovest. Pare essere una iniziativa apprezzabilissima, condotta a cura di studiosi ed associazioni specializzate nell'individuazione di siti d'interesse archeologico industriale. Precise memorie ancora possibili grazie ai racconti di nonni viventi, consentono di affermare che in tale vallata sorgevano quasi tutti i molini di Fabrizia e dintorni e che quello del mulinaro era un mestiere ambito perché consentiva di avere delle riserve di sopravvivenza non deperibili: la farina di grano, ma anche e soprattutto quella di granturco, con il quale si faceva la pizzata, pane giallo tipico contadino, che a Fabrizia ancora oggi si produce a cura dei fornai locali.
Su aspetti, più o meno noti, dell'economia fabriziese, come quelli accennati, ma anche su altri meno noti e di cui non si hanno cognizioni precise, si ritiene di stimolare la ricerca. Le finalità risultano in parte ovvie, ed in parte propedeutiche ad un percorso futuro che potrebbe vedere la riproposizione di mestieri, o la valorizzazione di siti.
Questi appunti di viaggio dall'ieri all'oggi, vogliono essere di stimolo a prendere coscienza del chi siamo , e dove andremo e si prefiggono il pratico scopo di stimolare a guardare avanti avendo coscienza di ciò che ereditiamo. Risultano, inoltre, indispensabili anche alla finalità già dichiarata di evidenziare una laboriosità senza frontiere, che ha dato i suoi frutti fino a meno di mezzo secolo fa e che, nonostante abbia perso la peculiarità della lotta per la sopravvivenza, come vissuta dai nostri padri, non deve svanire nel nulla, come se fosse stato solo un film.
III - SITUAZIONE DI BASE
RECUPERO MEMORIA DEL TESSUTO SOCIALE
Siamo convinti che vadano riprese alcune attività artigianali, sportive, dell'accoglienza, dell'agricoltura tipica, nonché di una nuova e moderna valorizzazione delle potenzialità turistiche, estive ed invernali, insieme alla valorizzazione gastronomica dei prodotti tipici, ed a volte unici, come il fungo di Fabrizia, i fagioli prunarisi, le patate biologiche, le mele limuncine, il cavolo montagnolo , che, cucinato con la pizzata costituisce un piatto tipico irripetibile. Particolare ed unico il vino fragolaro, ricavato da uve tipiche profumatissime ( fragolare ), molto leggero, ultimamente richiesto dai nostri emigrati, che hanno riscoperto gusto ed orgoglio per un prodotto povero ma vero, frutto di una terra di montagna non molto generosa in quantità ma che regala dei sapori irripetibili.
Quanto alle specialità definitivamente scomparse, occorre comunque conservarne documentalmente la memoria, perché non muoia con loro l'essere che eravamo. Non c'è futuro senza memoria perché il solo oggi è effimero e facilmente svanisce. Ci domanderemo invano cosa lasceremo ai posteri se noi oggi scolleghiamo l'evoluzione dal percorso.
Uno sguardo al futuro
Il progetto iniziale della Pro-loco dovrà vedere impegnati i giovani interessati e volenterosi, a fianco degli anziani che conservano la memoria del passato, vissuto direttamente o pervenutogli attraverso i racconti dei loro avi, nel progetto di riemersione delle peculiarità della comunità fabriziese.
Punto di partenza: quale stato dell'arte?
Sarà necessario tenere in considerazione i lavori già realizzati nella comunità che abbiano avuto ad oggetto ricerche e scoperte. Vi sono già importanti pubblicazioni realizzate dall'Istituto scolastico Comprensivo, dalla Confraternita del Rosario, dall'Amministrazione comunale e da privati cittadini. Vi sono poi, scorci di vita fabriziese raccontati da poeti e scrittori. Tra questi, di grande rilievo per la comunità, risultano essere quelli dell'illustre scrittore Serafino Maiolo, di valore artistico conclamato, che hanno documentato in modo eccellente e realistico, spaccati di vita fabriziese. Certamente da non sottovalutare si rivela pure la raccolta di poesie di Adolfo Siciliani che, il quale, con la maestria che si addice agli intellettuali attenti alla società che li circonda, ci ha regalato scorci poetici raffiguranti l'animo dolce e duro dell'uomo delle montagne, abituato alle difficoltà ed al loro superamento. Ragguardevoli i lavori dello scrittore fabriziese Franco Carè , il quale seppur trasferitosi a Roma da giovanissimo, si è impegnato, con ingegno e dedizione, allo studio delle origini e della storia di Fabrizia e della Calabria, lasciandoci un vero e proprio capitale culturale da far fruttare. Ancora da citare, perché meritevole di essere riportato alla luce, il sapiente lavoro del poeta e scrittore Sharo Gambino, che ha dato un notevole contributo alla scoperta di peculiari caratteristiche della popolazione e della sua economia, attraverso mirate ricerche effettuate presso gli archivi di Napoli, che hanno portato alla redazione del catasto-onciario, del quale l'allora Amministrazione comunale , ha commissionato la stesura di apposita pubblicazione.
Il vero senso da dare alla pro-loco è dunque la valorizzazione del passato in funzione del presente e perché non si dimentichi neanche in futuro. In questo i giovani devono spendere le loro energie, e la gratificazione non mancherà. Se il giovane fabriziese riscopre il gusto della laboriosità, a partire da quella intellettuale, nutrita da quella laboriosità che tenga conto dei problemi sociali, avrà dato un senso a sé ad agli altri. Più la globalizzazione economica marcia a grande velocità, più vi è bisogno di un tessuto sociale che abbia coscienza ed orgoglio della propria identità culturale, specie quando ciò risulta possibile per le ridotte dimensioni della comunità, il cui ridotto numero di abitanti rende possibile un tipo di vita maggiormente partecipato e partecipativo.
IV - BREVI NOTIZIE SU TERRITORIO ED ABITANTI
Quello che oggi è il territorio del Comune di Fabrizia, dopo le scissioni di Nardodipace e di Mongiana, si estende per circa 37 chilometri quadrati. L'abitato è posto su un pianoro ad altezza s.l.m. da m. 945 a m. 1040 circa. Il dislivello territoriale complessivo, invece ,si sposta tra i 500 metri circa della vallata dell'Allaro, che era considerata la marina ( iusu ) ed i 1276 metri della punta massima del Monte Crocco.
L'abitato ha subito negli ultimi decenni una forzata trasformazione a causa della ricostruzione dell'abitato resasi necessaria a seguito dell'alluvione del dicembre 1972-gennaio 1973 che ha raso al suolo centinaia di case. L'impianto dell'abitato, però, è rimasto intatto per quanto riguarda la stupenda posizione, che affaccia direttamente sul mare Ionio, al largo di Caulonia ed è rimasto idoneo a regalarci stupende mattinate in cui il mare sembra toccarsi con mano. Molti appassionati della fotografia ne hanno ripreso e fissato stupende immagini. Posso sicuramente citare quelle offerteci da Franco Nesci sul sito Fra-fabrizia.it, o quelle di privati appassionati, come quelle realizzate dall'amico Fernando, dall'amica Maria, alcune già pubblicate su internet, ma se ne potrebbero citare molte altre. A questo proposito si rivelerebbe interessante un progetto-raccolta di tale materiale fotografico, nell'ambito di un più ampio progetto storico tematico.
Lussureggiante la vegetazione: abeti, pini, castagni, faggi ne fanno un ambiente da godere come un paradiso di salubrità psico-fisica. Senza contare che per l'economia fabriziese rappresenta una fonte di reddito per i numerosi artigiani e piccole industrie della lavorazione del legno. E' noto che l'abete bianco è tipico di questa zona, dove, grazie ad un habitat ideale, si riproduce in modo spontaneo.
L'acqua, poi, rappresenta una ricchezza che ancora non è stata completamente scoperta e valutata nell'interezza del suo potenziale. Sotto l'aspetto turistico è da tener conto la ricchezza di sorgive, pure ed incontaminate, le quali negli ultimi anni stanno registrando un ripreso interesse da parte delle Autorità Forestali, mediante interventi di valorizzazione e sistemazione di fontane vecchie e nuove. Dal punto di vista commerciale si è registrata una certa presa di coscienza, che sta crescendo. Di converso, l'acqua stessa, grazie ad investitori lungimiranti, che generosamente hanno dato come nome commerciale quello delle sue origini , ha fatto e fa conoscere Fabrizia come portatrice di proposte positive ed ottimistiche per la crescita economica.
Il numero di abitanti si è vorticosamente ridotto, a partire dagli anni '60, in cui l'emigrazione ha registrato punte altissime. Ma non è andata meglio nei decenni successivi. Solo in qualche sporadico periodo si è registrato un rientro alla spicciolata di alcune famiglie di emigrati, soprattutto dalla Germania e dalla Svizzera. Ma è durato poco. Un nuovo ripensamento sull'opportunità del rientro in Calabria si è registrato a seguito della constatazione del fallimento delle politiche regionali sull'emigrazione.
Il progetto fabriziese della crescita tra presente e futuro non si fa sfuggire le potenzialità e l'importanza di attività sportive e di aggregazione, che sono da appoggiare ed incentivare, come le squadre di calcio, di calcetto, il club moto racing , ecc.
Nella riscoperta delle tradizioni rientrerà, senz'altro, l'incentivazione in favore di compagnie teatrali che siano impegnate in progetti di riemersione dello spirito fabriziese dell'ironia, a partire dalla riemersione di commedie di piazza come quelle del carnevale dell'Abissino , recentemente rivisitata da Peppe Tazza .
Incentivare queste attività sarà proficuo dal punto di vista culturale ed insieme turistico, perché capaci di attrarre e coltivare occasioni di socialità. Più le aggregazioni sono condivise e meno spazio vi sarà per la solitudine, per i disagi sociali, per condizioni ambientali fertili per alcolismo, tossicodipendenza e violenza, delle quali il paese non è certo immune.
CONCLUSIONE
SINTESI DI UNA META
Poiché questa relazione non può che essere sintetica, rispetto alle innumerevoli possibilità di attività potenzialmente programmabili, il gruppo costitutivo, intende specificare che le attività verso le quali si volgerà l'attenzione spazieranno tra quelle mirate alla promozione turistica e quelle che abbiano finalità più precipuamente sociali, calate sui bisogni di giovani ed anziani, che soddisfino esigenze comuni. Anche la descrizione delle caratteristiche del territorio non può essere esaustiva, ma solo atta a dimostrare che potenzialità e peculiarità interessanti ve ne sono, note e meno note. L'importante è metterci tutto l'entusiasmo, la buona volontà e la determinazione a porre e far sviluppare le condizioni per la crescita del turismo, vecchio e nuovo, di ritorno emigrati, ma anche atto ad ampliare il raggio d'influenza, mediante proposte alternative e diversificate. Proposte tematiche del genere "Cultura & relax", "Cultura, storia & tradizioni", "Valorizzazzione risorse naturali", "Enogastronomia & cultura di un popolo contadino". Infatti, su quest'ultimo aspetto titolato, si proporrà, al momento opportuno, la realizzazione di un programma improntato sulla valorizzazione dei prodotti tipici, a mezzo delle classiche sagre ed a mezzo di programmi pubblicitari per la loro conoscenza e diffusione. Infatti, stante le molte specialità contadine ancora esistenti, si può affermare che costituiranno, se adeguatamente supportate da idonea diffusione, la front-line del richiamo turistico.
Partecipazione
Lo Statuto prevede la partecipazione come componenti di diritto nell'organismo cui è demandata l'Amministrazione dell'Associazione, del Sindaco od un suo delegato e di un rappresentante designato dall'A.P.T., come previsto dalla L.R. n.5/1995. In via più generale si coltiverà l'ambizione di promuovere il coinvolgimento di soggetti diversi e di partecipare a Consorzi ed Associazioni di Pro Loco.
Si prevede l'iscrizione all'Albo Regionale delle Pro-Loco e l'adesione all'Unione Nazionale delle Pro Loco Italiane (UNIPLI).
Fabrizia lì _________
Relatore per il Gruppo Costituente
Maria Cirillo
Prunarese era il nome degli abitanti delle Prunare, nome con il quale volgarmente appellato l'attuale territorio fabriziese, a motivo della presenza di abbondanti pruni, prima della scissione delle comunità delle contrade Nardodipace e della Mongiana, poi divenuti Comuni autonomi.
Marina era, ed è tuttora, sinonimo di paesi situati nella zona ionica, a partire da Caulonia –marina alla foce dell'Allaro, fino a comprendere Locri e Ardore. Era con questi paesi che si sviluppavano maggiormente i rapporti economici della comunità Fabriziese, a causa del fatto che le produzioni agricole, del tutto diverse, e le attività economiche delle due zone si integravano e soddisfacevano i reciproci bisogni. Il baratto avveniva sia tra i prodotti agricoli (patate , granturco, castagne, ecc.; contro olio, olive, agrumi ecc.), sia tra manufatti diversi.
le forzate erano delle coperte speciali, realizzate interamente in lana, molto robuste, di spessore e compattezza tale che isolavano dal freddo.
Una grossolana traduzione del termine saccone potrebbe essere quella di “grande sacco”, ma per rendere l'idea di cosa realmente rappresentasse, occorre dire che questi grandi sacchi, delle dimensioni di un coprimaterasso modermo, erano utilizzati, appunto, quali contenitori di coppe, cioè delle foglie di pannocchie, e che costituivano l'allora materasso.
Strofinacci.
Vedere, in particolare, il saggio “ La cavalera ”
L'industria imbottigliatrice Latassa commercializza l'acqua con l'etichetta “Acqua Fabrizia”.
I meno giovani ricorderanno questo personaggio fabriziese di cui oggi a noi sfugge il nome, che portava in piazza e per le strade la commedia di La morti di carnilavari malatu , ed altre che avevano ad oggetto travestimenti e maschere di personaggi tipici.
Nome paesano o nome d'arte dell'amico Peppe.
. |