"ACQUA PREZIOSA E PERICOLOSA"
Discussione petizione "acqua". Scarsa disponibilità dell'Amministrazione Comunale di Fabrizia
La petizione sull'acqua presentata al Comune con le firme di oltre duecento cittadini -molte di più di quante ne occorrevano – è stata discussa in modo sommario dal Consiglio Comunale di Fabrizia nella seduta del 29 maggio 2014. I presentatori non sono per nulla soddisfatti e ne denunciano pubblicamente l'atteggiamento, demagogico e strumentale, privo della benchè minima assunzione di responsabilità decisionale effettiva. In realtà l'unica risoluzione formalmente votata e quindi adottata dal civico consesso, è stata quella di rimbalzare la questione agli uffici vari, rinviando per accertamenti e compatibilità ai settori tecnico, contabile e amministrativo. Un esame, in tutta evidenza, inutile perché lo avessero ritenuto realmente propedeutico ad una volontà di decidere, lo avrebbero richiesto anticipatamente rispetto alla seduta consiliare. Neppure per un'implicita mossa politica di buona volontà il sindaco ha ammesso un minimo di disponibilità allo scioglimento del rapporto con Sorical, e neppure per la rideterminazione degli addebiti data l'errata fatturazione dal punto di vista temporale del consumo.
Secondo quanto ostinatamente affermato dal Sindaco, l'acqua è assolutamente potabile, sia che si parli delle sorgenti locali, sia che riguardi il famigerato invaso dell'Alaco.
Unica ammissione è stata la possibilità di rimborso percentuale di tariffa limitatamente ai pochi giorni di vigenza delle ordinanze di non potabilità dell'acqua.
Gli interessati ritengono che non si tratta unicamente di un freddo e sterile problema di piccoli rimborsi, ma anzitutto della necessità che si adottino coscienziosi rimedi a salvaguardia della salute. Occorre ribadire che è tempo di dire basta spendere soldi per l'acqua putrida. Da parte sua il Comune dovrebbe allo stesso modo esigere una tariffazione che tenga conto della non potabilità, e contestare gli aumenti illegittimi applicati dalla Regione Calabria, che ovviamente ricadono sui cittadini. Tra l'altro, ci sono stati periodi in cui l'acqua non si prestava ad utilizzo neppure igienico, sia per il colore che per l'odore nauseabondo. Il Sindaco però difende lo status quo affermando che “la potabilità è certificata” secondo la normativa, non dimostrando interesse alcuno a prendere seriamente in considerazione la proposta dei cittadini per la realizzazione, che tra l'altro reclamani la realizzazione di pozzi locali e l'attivazione di quelli già esistenti.
Molto più agevole è invece porsi in atteggiamento autoritario, rivoltando il problema e cioè, affermare che “molti utenti non hanno pagato l'acqua” e pertanto non avrebbero "il diritto di chiedere nulla". Addirittura qualche zelante consigliere parla di illegittimità (sic!) di alcune firme.
Per non cadere in demagogia senza costrutto, sarebbe il caso di mitigare l'atteggiamento rigorosamente difensivo e mettere in cantiere dei fondi di bilancio direttamente per la raccolta delle abbondanti acque locali, aggiungendovi il risparmio degli abnormi costi caricati da Soical.
Quarantacinquemila euro annui che si danno alla multinazionale senza un corrispondente ritorno, sono un gruzzolo non indifferente, tanto per cominciare.
Maria Cirillo
03 giugno 2014
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