"PORTATORI DI STATUE E NULLA-OSTA "
Programmazione feste religiose con lista: per cominciare, festività della Madonna del Carmine
Fra qualche giorno si svolgerà la tradizionale festa 2014 della Madonna del Carmine, molto seguita e partecipata anche dal punto di vista devozionale. Quest'anno però c'è da adempiere, da parte dell'Autorità religiosa, una nuova formalità. L'occasione per l'innovazione che sta per essere adottata è stata fornita dalla recente festa di Oppido Mamertina, che ha fatto scoppiare il noto caso “portatori della statua”.
"Portare la statua del Santo" è sicuramente una tradizione che a volte appare anomala per le presenze così ripetitive da apparire anomale; tuttavia si tratta, il più delle volte, di sincera partecipazione in buona fede. Anomalia che sta per volgere al termine e che molto probabilmente porterà alla scomparsa di alcune manifestazioni celebrativo-pagane.
I Vescovi stanno allertando i parroci locali in merito alla necessità di fare chiarezza sull'autenticità dei pii impulsi religiosi, disponendo che vengano sottoposti al vaglio “antimafia” tutti i nominativi dei “prenotati” per il trasporto in processione delle statue dei Santi. Si osserva che l'ambizione popolare al porto delle statue, si manifesta soprattutto per le feste patronali.
Quindi, anche in occasione dell''imminente festa della Madonna del Carmine vi sarà una lista di prenotazione che sarà sottoposta al vaglio dell'Autorità di pubblica sicurezza per l'essenziale benestare, se ne ricorrono le condizioni liberative previste.
Tra l'altro, c'è da sottolineare che, per la Provincia di Vibo Valentia, il Prefetto Giovanni Bruno ha mobilitato anche i Sindaci a vigilare perché non si abbiano a verificare “commistioni” con i clan mafiosi.
Oppido Mamertina, paese che in parte è fabriziese, è assurto agli onori della cronaca, perché nel giro della processione, i portatori della statua della Madonna, hanno sostato in sospetta riverenza davanti la casa di un ergastolano, boss della ndrangheta, che lì scontava gli arresti domiciliari.
L'episodio rende tristi per la sua portata sociale, al di la della becera azione, alquanto sconsiderata e certamente poco brillante. È notorio che in alcuni ambienti, più inclini alla teatralità mafiosa, vi sia una naturale tendenza a rivolgere atteggiamenti reverenziali ad indiscussi capi ndrangheta. E' però altrettanto noto che il clero finora ha fatto finta di nulla. Il guaio è che quando succedono situazioni limite come quelle di Oppido, allo scopo di arginare il problema, si giunge a risoluzioni spesso sproporzionate, come l'ormai deciso divieto de sostare per il tradizionale ristoro dei portatori e dei musicanti, finora considerato una vera e propria tradizionale offerta ex voto.
E' il caso di riportare qui una curiosità antropologica, a beneficio dei fabriziesi che ne fossero ancora ignari. Il paese di Oppido Mamertina è composto da diverse frazioni, tra le quali Castellace, con circa 600 abitanti; Messignadi, con circa 1.200 abitanti; Piminoro, con circa 450 abitanti. A proposito di quest'ultima frazione, c'è da rammentare il fatto che pare sia sorta dalla trasmigrazione di un cospicuo numero di famiglie di pastori di Fabrizia nei primi decenni del 1800. In effetti tra i cognomi costà diffusi, troviamo senz'altro i nostrani Tassone, Monteleone, Demasi e diversi altri. Da sottolineare ancora che nell'usanza di questo paesino risulta ricostituita l'interessante tradizione della cosiddetta Banda Pilusa, già nota nel passato di Fabrizia. Il nome derivava dall'uso di strumenti musicali realizzati con pelli di animale rivoltato. Altra straordinaria caratteristica, comune alle due popolazioni, è rappresentata dal dialetto. Quello di Piminoro si mantiene tuttora molto simile a quello fabriziese, nonostante la naturale influenza dei dialetti della piana gioiese.
È interessante, oltre che piacevole, rammentare radici e cultura delle popolazioni fabriziesi nel mondo, per non dissolvere nel nulla le particolarità linguistiche e delle tradizioni, come ricchezza culturale primigenia ed autentica.
La festività della Madonna del Carmine che si festeggia nell'omonima parrocchia, ha anch'essa radici lontane ed originali. Le celebrazioni, sia religiose che civili di questo evento – delle quali forse non tutti sono a conoscenza – si svolgono da sempre a distanza di tempo dalla data di calendario, stabilita al 16 luglio. Questa usanza è ereditata dalla tradizione di offrire una parte del grano della mietitura come devozione alla Madonna. Per tale motivo opportunamente si attendeva la fine della trebbiatura per dare corso alla festa. Per la giornata del 16 luglio, fino a quasi la fine del secolo scorso, la tradizione voleva che in Chiesa si preparassero gli “Abitini”, ossia il simbolo conosciuto come lo “Scapolare”, rappresentante l'impegno di seguire Cristo come Maria, riconosciuta come il modello perfetto di tutti i discepoli di Cristo.
Buona festa del Carmine.
Maria Cirillo
30 luglio 2014
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