"UN RAGAZZO CHE MUORE PER LAVORO"
Alessandro Greco, una morte che schiaccia il cuore
Una gioventù che non avrebbe mai dovuto soffrire più dei propri padri, i quali hanno fatto talmente tanti sacrifici per assicurar loro una vita decorosa, e che invece si trova tragicamente nelle medesime pesanti necessità ed in simili pericoli.
Oggi, forse, non c'è Marcinelle, ma si continua a morire senza pietà sui posti di lavoro per altri e più numerosi motivi. Tecnologia e macchine della morte fanno la loro parte. Spesso, a nome del dio risparmio, si usano macchinari obsoleti, difficilmente manovrabili e costosamente gestibili data la vetustà: il risparmio ed il guadagno prima di tutto. Si parla tanto di sicurezza sul lavoro, ma si tratta di pleonasmi inutili ed a volte dannosi. Le persone vengono riempite di guanti, scarpe e braghe e non s'insegna loro come si fa il lavoro.
Alessandro Greco, ventiquattro anni, era troppo giovane per una fine tragica sotto il peso di un lavoro che è stato costretto ad andare a cercare in terra straniera. Un lavoro che forse non amava e per il quale con molta probabilità non era stato adeguatamente protetto ed istruito.
Ma Alessandro indubbiamente una cosa la sapeva fare bene: cercarsi un un futuro, un lavoro dignitoso qualsiasi, per cominciare e per costruirsi la serenità economica che gli consentisse di guardarsi intorno alla ricerca un'attività più adatta alle sue capacità ed aspirazioni, magari nell'ambito della ristorazione.
Purtroppo, con sommo dispiacere di tutti e con inimmaginabile strazio dei suoi cari genitori, non ce l'ha fatta.
Una vittima sul lavoro, una tragedia ingiusta, immeritata ed eticamente inaccettabile. Oggi si verificano incidenti mortali più che nel glorioso passato privo degli agi e teconologia avanzata. Le grandiose e gigantesche opere d'arte del passato hanno certamente fatto delle vittime, ma l'incidenza delle disgrazie degli ultimi decenni è di certo elevatissima se messa al confronto con una situazione in cui un eccezionale patrimonio artistico è stato realizzato con umili mezzi e con le braccia dell'uomo.
Non ci sono adeguate parole di conforto da rivolgere alle famiglie Greco e Latassa, ma sicuramente c'è l'abbraccio virtuale di tutto il paese e specialmente di tutti i giovani suoi amici che hanno conosciuto la bella persona che era Alessandro.4 settembre 2014
Maria Cirillo
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