FABRIZIA CHIEDE LA BONIFICA DEL TERRITORIO DA SCORIE E VELENI
Ancora paure per l'acqua sporca e per i veleni occultati a Fabrizia e dintorni
Fabrizia non sta soltanto a guardare, così come caratterialmente sembrerebbe, in teoria, congeniale ai fabriziesi, perché al contrario, quando serve, hanno chiari gli obiettivi. Specie quando si tratta della loro salute.
Ad iniziativa del Comitato “Fabrizia contro-veleni” è stata lanciata una petizione on-line, tuttora in corso, sul Change.org, con la quale in modo chiaro e forte si chiedono interventi immediati ed urgenti sulla scabrosa questione dei veleni a Fabrizia. Il punto è stato posto in particolare sulla necessità che vengano effettuati puntuali controlli dell'acqua delle sorgenti, avendo buone ragioni di pensare che le falde acquifere della zona siano state intaccate dai veleni che, com'è noto, risultano occultati nelle montagne di questo centro. In effetti la desecretazione parlamentare di maggio scorso, che ha portato alla luce il dossier 588/3 ha portato alla luce l'esistenza di rifiuti tossici e di scorie radioattive nel vibonese, con specifico riferimento ai territori di Fabrizia, Mongiana e Serra S.Bruno.
La consapevolezza che il problema annoso di un'acqua già sgradita, e bocciata senz'appello dalle popolazioni del vibonese in quanto proveniente dal contestato invaso Alaco, impossibile da accettare razionalmente, si fa ora più pesante. I firmatari della petizione chiedono urgentemente alla Regione Calabria l'immediato accertamento sulla precisa localizzazione dei veleni e delle scorie radioattive e la conseguente tempestiva bonifica dei siti. Nel frattempo chiedono le analisi su un adeguato numero di fonti libere della zona, presso le quali attingere con maggiore serenità, dato che oramai da anni, non fidandosi dell'acqua immessa nelle reti urbane, i cittadini non usano più quest'ultima né per bere né per cucinare.
La petizione è stata anche un'idonea e calzante occasione per richiedere alla Regione medesima di adempiere al dovere istituzionale della redazione e tenuta del Registro regionale e dei registri provinciali dei tumori, coinvolgendo fin da subito i dipartimenti regionali interessati, l'Arpacal e le Asp. Nessuno degli enti interessati pare che finora abbia svolto il suo importante e vitale compito.
Cosa si aspettano i cittadini, con particolare riferimento al Comitato Fabrizia Contro-Veleni? Semplicemente e necessariamente che le istituzioni si rendano conto del grave problema e che non lo ignorino, facendo balzare in alto la già forte prevedibilità di rischiare gravi conseguenze dannose alla salute. Esprimono la preoccupazione che più tempo si aspetta e maggiori sono le probabilità di ritrovarsi avvelenati senza sapere qual è stata l'occasione ed il preciso atto che ha fatto assumere il letale veleno. È giusto tutto questo?
20 ottobre 2014
Maria Cirillo
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